Genitorialità

Nasce un bimbo, la coppia cambia.

La nascita di un figlio ridisegna la famiglia. Dall’arrivo del nuovo cucciolo - ma forse già dal momento in cui si scopre che sta crescendo nella pancia della mamma - tutti i rapporti familiari e le abitudini di casa vengono pian piano e inesorabilmente, cambiate. 

Innanzitutto, la natura si riprende il diritto di stabilire quali siano i ruoli familiari, riportando l’uomo e la donna su piani diversi, vanificando apparentemente tutto il lavoro di parificazione, di equilibratura e di coordinamento che da circa un secolo uomini e donne hanno fatto per convivere con reciproca soddisfazione.

In questa stagione la donna tornerà a essere esclusivamente o prevalentemente femmina e l’uomo si ritroverà a dover fare molto di più il maschio di quanto non gli fosse mai capitato.

Non sarà questa una stagione di cambiamenti soltanto dovuti al coinvolgimento – forse istintivo - che la madre sentirà nell’intraprendere la maternità, né alla necessaria e – forse istintiva – galanteria che l’uomo sentirà di dover prestare nei rapporti con la futura mamma.

Si tratta di molto di più.

Infatti l’arrivo di un figlio avvicina emotivamente i futuri genitori che si trovano  a condividere un progetto comune denso di emozioni, di aspettative, di novità, ma – al tempo stesso – rappresenta l’entrata in gioco di un terzo attore nelle dinamiche familiari, con il quale ambedue i genitori dovranno rapportarsi, desidereranno avere scambi emotivi, ma soprattutto con il quale si troveranno – forse per istinto – coinvolti affettivamente.

L’arrivo di un figlio, quindi, può anche rappresentare un’intromissione nella relazione tra i genitori, rendendo necessaria una nuova organizzazione del modo di stare insieme, dei tempi riservati alla coppia, del rispetto e della soddisfazione delle priorità di ciascuno dei due genitori.

A complicare il quadro ci si mette spesso anche la fatica che la gravidanza e i primi mesi di vita del figlio impongono alla coppia e – cosa non da meno – la tensione creata dalla difficoltà dovute a tutte le cose da imparare per questo “nuovo lavoro”.

Francamente non credo nel fatto che le mamme sanno fare le mamme grazie al loro istinto e che invece i padri devono sforzarsi tantissimo perché fondamentalmente non sono idonei.

Questo tipo di generalizzazione “verticale” mi sembra grossolana. Credo piuttosto che ci saranno genitori che sapranno – forse istintivamente – cosa fare e come farlo, e ce ne saranno altri che dovranno sforzarsi tantissimo per imparare. La natura in questo è stata democratica ed ha assegnato questo istinto pariteticamente ad alcuni padri e ad alcune madri. Con altri è stata avara e questi altri dovranno lavorare un po’ di più per essere efficaci, diventare capaci e – aggiungo – ritrovarsi felici.

E però senz’altro vero che la Società ha creato dei luoghi comuni che hanno relegato le madri in una figura necessariamente e sicuramente efficace con i figli ed i padri in un ruolo secondario e di probabile e sostanziale incapacità.

Relegato in questo ruolo immaginario e falso, l’uomo non ha sviluppato per secoli le proprie capacità – forse istintive – di cura per i figli e malgrado gli ultimi decenni lo abbiamo visto sempre più coinvolto nelle vicende familiari e paterne, l’uomo non ha ancora trovato uno spazio, un modo, un linguaggio che gli permetta di essere un genitore efficace, un padre affettuoso, un marito pariteticamente engagé nella gestione della famiglia.

Essere un padre affettuoso spesso è considerato poco virile, essere un genitore efficace è visto troppe volte come una distrazione dalle priorità carrieristiche, essere un buon gestore della casa è talvolta visto come un’intromissione maldestra in un mondo femminile che fatica ancora – bisogna ammetterlo - a far propri alcuni concetti base come la delega e la libertà di avere ognuno un proprio stile.

Questo silenzio dei padri, questa mancanza di “luoghi e linguaggi” nei quali e con i quali parlare di paternità, di famiglia, di figli, mi ha fatto nascere la voglia di creare qualcosa che potesse dar voce a questo mondo e dare anche un luogo dove questa voce cominciasse a uscire, imparasse a parlare e rimanesse capace di farlo per sempre in tutta la vita di una padre.

Il giorno della Festa del Papà del 2010 è nata l’Associazione Professione Papà e la prima attività di cui si occuperà sarà proprio l’organizzazione di incontri per Neo o Futuri Papà.

Ho la sensazione che le madri\compagne saranno decisive – ancora una volta – per far compiere al papà\compagno il salto verso la consapevolezza del proprio ruolo paterno, verso una piacevole libertà di aprirsi all’universo emotivo ed affettivo della paternità e verso una saggia e critica messa in discussione delle priorità di vita, sino ad oggi sbilanciate verso la carriera e la professione.

 E’ per questa mia convinzione che ho accolto con molto piacere – e ne sono lusingato - l’invito di MammeAcrobate a portare una voce maschile in un ambiente riservato alle Mamme. La coppia si costruisce insieme, i figli si fanno insieme ed è insieme che si deve cercare di cambiare la cultura della genitorialità e questo MammeAcrobate lo ha colto, con molto merito.

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Federico Ghiglione
Professione Papà
Via Fieschi 3 – GENOVA - 16121
www.professionepapa.it
Cell.335.8025588

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