Genitorialità

Il ruolo normativo è solo del padre?

Quello che forse può considerarsi un classico dei luoghi comuni è quello che attribuisce al padre solo o principalmente un ruolo normativo e alla mamma quello affettivo. Lo schema che vuole la mamma dispensatrice di coccole e attenzioni e il papà depositario delle regole, è morta e sepolta da decenni, direi secoli. I motivi sono moltissimi, spesso da ricercare nelle variate dinamiche sociali, ma è interessante per noi metterne in evidenza alcuni.

Intanto l’uomo ha abbattuto il tabù dell’affettività quindi riesce a vivere sempre più liberamente l’universo delle espressioni affettive, sia nel mondo delle relazioni amorose, sia in quello delle relazioni di paternità e, più si avventura in questo meraviglioso universo dei sentimenti, più ne viene catturato, rapito, affascinato.

E’ normale oggi trovare tra le maggiori aspettative dei padri che si avvicinano alla paternità, speranze ed emozioni relative al futuro scambio affettivo che avranno con il loro figlio.

 

Altro dato di fatto che caratterizza fortemente le famiglie di oggi è la sempre più paritetica disponibilità di tempo da dedicare ai figli fra madre e padre. Capita spesso che gli impegni lavorativi – in termini di orario, responsabilità e quant’altro – lascino ai genitori uguali ed ampi spazi da dedicare ai figli. Con tale frequenza di rapporti con i figli, è facile che ad entrambi i genitori capiti di dover assumere sia il ruolo “normativo” degli educatori, sia quello “affettivo” in quella necessaria alternanza che occorre realizzare per vivere in armonia, educando. Questa necessità ha costretto, nel tempo, il padre ad imparare ruoli un tempo riservati alla madre, ed ha insegnato alla madre a esercitare la parte normativa un tempo più paterna. Questa varietà di competenze costituisce un arricchimento eccezionale per i genitori ma è anche un’occasione straordinaria per i figli.

 

Non bisogna inoltre perdere di vista che questo nuovo e più ricco modo di porsi che il padre ha scoperto, aprendosi all’affettività e all’esternazione dei sentimenti,  altro non è che una strategia che il padre ha dovuto adottare per ridisegnare un proprio posto all’interno della famiglia o meglio all’interno del rapporto con i propri figli, da quando è decaduto, fortunatamente, quel rapporto freddo e autoritario che caratterizzava i rapporti padri-figli nel passato (fino alla prima metà dell’800 si dava del lei al padre, non erano pensabili effusioni affettive con lui).

E’ probabile infatti che, per avvicinarsi maggiormente ai figli, l’affettività sia risultata la strategia che ha portato i migliori risultati, insomma, un’arma vincente ed efficace per appagare un desiderio di vicinanza di sentimenti che, col tempo, è diventato una vera e propria necessità. Infatti, allorquando sono comparsi i più forti concorrenti che la famiglia si trova a dover combattere nell’educazione dei figli,

Parlo della Televisione che a volte è più presente in casa di quanto non lo siano i genitori, della Società nella quale i figli sono spesso liberi e trascorrono più ore di quanti non ne trascorrano con i genitori, la Scuola che sempre meno svolge un ruolo coordinato e coerente con l’educazione che si cerca di impartire a casa, il legame tra genitori e figli si è indebolito, è diventato più “liquido”, quindi la Famiglia ha dovuto attuare strategie nuove e più efficaci per riaffermare la propria posizione dominante.

In questa lotta per affermare il proprio modello educativo, è stato soprattutto il padre a percepire l’indebolimento della propria autorità vedendo diminuire l’appeal della propria figura quale riferimento per i figli, mentre la madre, forte del rapporto fisico e originario che instaura con i propri figli è riuscita a mantenere un contatto più profondo. Il padre, quindi, ha deciso di puntare sull’unico tema che gli permette di distinguersi dagli altri concorrenti e che gli consente  di mantenere aperto un canale preferenziale nell’approccio educativo verso i suoi figli: cioè l’amore e l’affetto.

Puntando sulla leva affettiva la famiglia può ancora competere e vincere la lotta con gli altri concorrenti instaurando un rapporto di fiducia e di ascolto che ha potenzialità immense, profonde, non di superficie.

 

Sfatiamo dunque questo primo luogo comune che dà un’errata immagine di cosa significhi essere genitori oggi . Smascherare e smontare questa errata credenza toglie gli alibi a chi vuole sottrarsi ai propri doveri affettivi ed educativi di genitore e sicuramente libera il campo a tutti quei genitori che vogliono imparare ad utilizzare sia il registro affettivo sia quello normativo, nella continua ricerca della crescita e della formazione personale che l’esperienza genitoriale offre.

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Federico Ghiglione
Professione Papà
Via Fieschi 3 – GENOVA - 16121
www.professionepapa.it
Cell.335.8025588

 

 

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